Pescara, difesa in affanno: otto gol subiti in quattro partite
I numeri degli ultimi 360’ testimoniano la crisi. E l’attacco è poco incisivo
PESCARA. Il Pescara deve ritrovarsi. I numeri testimoniano un evidente flessione ed è inutile nascondersi dietro ad alibi che rischiano di essere fuorvianti, se non addirittura controproducenti. Chiaramente, non è il caso di drammatizzare, dal momento che il cammino della squadra ha superato le più rosee aspettative di inizio stagione. Va ribadito che il torneo finora disputato dal Delfino è più che soddisfacente, ma l’involuzione mostrata nelle ultime settimana merita approfondimenti e riflessioni.
«Purtroppo è un periodo così», ha detto il tecnico Bepi Pillon al termine della sfida persa due giorni fa a Perugia, «sono momenti che possono starci in un campionato». Sarebbe stato impensabile proseguire il ruolino delle prime 8 giornate (18 punti, in media 2,25 a gara).
Pillon, allenatore saggio e navigato, conosce alla perfezione le dinamiche di un torneo storicamente incerto ed equilibratissimo come la serie B. Sapeva che prima o poi la squadra sarebbe inciampata e le parole pronunciate dopo il triplice fischio nella sala stampa dello stadio Curi significano che è arrivato il momento di invertire la rotta. «Dobbiamo avere la forza di reagire», ha detto il 62enne di Preganziol, «io credo nei miei giocatori e nelle capacità anche mentali di questi ragazzi». Ecco perché bisogna individuare al più presto le cause di un calo che ha spinto il Pescara in terza posizione e, di questo passo, rischia di mettere in pericolo anche un posto nelle prime otto al termine del girone di andata.
Numeri impietosi. Dal 27 ottobre (giorno del ko casalingo con il Cittadella) ad oggi, il Delfino ha vinto una sola volta in sei gare conquistando in totale cinque punti (tre sconfitte e due pareggi, oltre al successo con il Lecce) e il dato più preoccupante riguarda i gol subiti. In particolare, negli ultimi quattro incontri, nei quali i biancazzurri hanno incassato 8 reti (2 a partita).
Un’involuzione palese rispetto alle precedenti dieci gare (in cui il Delfino aveva subìto 10 gol) che non può essere spiegata unicamente con l’infortunio di Hugo Campagnaro, visto che il 38enne argentino era in campo con il Lecce in casa e a Palermo (5 reti al passivo nei due match). E non vanno nemmeno colpevolizzati solo i difensori, nonostante i vari errori commessi in occasione delle azioni incriminate; ultimi in ordine cronologico quelli di Elhan Kastrati e Marco Perrotta al Curi.
Rispetto a un mese e mezzo fa, il Pescara è meno compatto, ha perso un po’ di brillantezza, ma ha pur sempre mostrato carattere e voglia di reagire. Anche a Perugia, la squadra ci ha provato fino alla fine e se avesse portato a casa un pareggio nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo. Dunque, nessun allarmismo esagerato, bensì un’analisi approfondita della situazione attuale che rischia di compromettere quanto di buono fatto finora. Alle amnesie difensive si accompagna qualche balbettìo in zona gol. Nelle prime 14 partite i biancazzurri sono andati a segno con nove calciatori diversi, un numero considerevole. Mancano all’appello alcuni elementi, in particolare gli esterni offensivi Manuel Marras e Mirko Antonucci che sono ancora a digiuno. A Perugia l’esperimento Crecco attaccante non ha funzionato e se aggiungiamo che il capocannoniere della squadra, Mancuso, è a secco da tre match tutto diventa più complicato.
La situazione. Il Delfino è terzo in classifica a quota 23 punti in compagnia del Cittadella che però ha giocato 13 match (uno in meno dei biancazzurri), gli stessi di Benevento e Brescia che inseguono a -2 e potenzialmente possono scavalcarlo. Poi ci sono Salernitana e Perugia a -3, entrambe al settimo posto, che potrebbero agganciare la formazione di Pillon, mentre l’Ascoli di Vivarini è nono con 19 punti (in 13 gare) e avrebbe la possibilità di spingersi a -1 dal Delfino. Certo, ci sono molti incroci e non tutti avranno la possibilità di fare bottino pieno, ma a questo punto diventa obbligatorio non sbagliare le ultime 4 gare che mancano al giro di boa.
Si comincia venerdì sera (ore 21) all’Adriatico contro il Carpi, poi la dura trasferta al Bentegodi di Verona contro l’Hellas del pescarese Fabio Grosso in programma lunedì 17 dicembre. Infine, i biancazzurri, dopo aver osservato il turno di riposo (22 dicembre) torneranno in campo giovedì 27 in casa con il Venezia per poi chiudere il girone di andata domenica 30 all’Arechi di Salerno contro i granata di Colantuono. Quattro esami che Brugman e compagni non potranno sbagliare se vorranno recitare fino in fondo un ruolo da protagonisti.
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