Alpinisti salvati dopo due paurosi salti di roccia. Uomo muore sul Monte Camicia / FOTOGALLERY
Due distinte operazioni di recupero sulle pareti di Gran Sasso hanno tenuto impegnati i tecnici del Soccorso alpino e il personale del 118. La vittima è Lamberto Badia, figlio del partigiano Mario
L'AQUILA. Un uomo di Pescara ritrovato morto sul Monte Camicia per cause naturali, quattro alpinisti salvati sul Gran Sasso. Giornata di lavoro intenso per i tecnici del Soccorso alpino e per i soccorritori del 118 sulle montagne abruzzesi.
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Ferito dopo un salto di 20 metri sulla parete rocciosa. Due alpinisti originari di Bari, di 31 e 32 anni, si stavano arrampicando sul Corno Grande, sulla Via Diretta Allesandri, nota agli alpinisti come Paretone quando a quota 2.600 metri, lungo il terzo pilastro, al ragazzo di 31 anni, il primo di cordata, si è staccata una presa ed è precipitato lungo la ripida parete rocciosa per venti metri. Ad arrestare la sua corsa e a salvargli la vita la presenza di altre prese lungo la parere rocciosa di 1.500 metri, a cui il giovane escursionista si è aggrappato e l’intervento del suo amico, che ha retto la corda e ha allertato il Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo.
Intervenute subito due squadre di terra a bordo di due elicotteri del 118, decollati uno dall’Aquila e l’altro da Pescara. Particolarmente difficoltoso il recupero dei due alpinisti pugliesi da parte dei tecnici del Soccorso Alpino e del pilota del 118, che si è accostato alla parete, consentendo ai tecnici di calarsi lungo la parete ed effettuare il recupero. A bordo dell’elicottero, i sanitari hanno constatato che il giovane di 31 anni volato giù per 20 metri ha riportato la frattura del piede sinistro e del gomito destro, mentre l’amico di 32 anni, ha riportato l’abrasione di entrambe le mani, a causa della presa della fune con cui ha sorretto il compagno. I due sono stati trasportati al Pronto soccorso dell’ospedale dell’Aquila.
Secondo intervento di recupero. Un'altra operazione sulla parete orientale del Corno Grande (Teramo). Due alpinisti, un ragazzo di 36 anni di origini ungheresi, residente a Potenza Picena (Macerata) e un coetaneo di Porto Recanati (Macerata), si stavano arrampicando quando, lungo il tratto Alletto Gravino, all’alpinista ungherese, primo di cordata, si è staccata una presa ed è precipitato giù per 10 metri, sbattendo contro la parete rocciosa. L’amico che era con lui ha allertato il Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo, intervenuto subito con squadre di terra a bordo di un elicottero del 118. Anche in questo caso, è stato piuttosto complesso il salvataggio dei due alpinisti marchigiani da parte dei tecnici del Soccorso Alpino. Il pilota dell'elisoccorso è stato costretto ad accostarsi alla roccia consentendo ai tecnici di calarsi lungo la parete ed effettuare il recupero. A bordo dell’elicottero, i sanitari hanno constatato che il giovane ungherese aveva riportato un trauma toracico. L’alpinista non è in pericolo di vita, ma è stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Teramo.
Uomo 52enne morto sul Monte Camicia (L'Aquila.) A dare l’allarme sono stati alcuni escursionisti che hanno trovato sul Monte Camicia uno zaino a terra e poco distante il corpo di un uomo. Subito allertato il Soccorso Alpino, è intervenuto con l’elicottero del 118 decollato da Preturo (L'Aquila), quando i sanitari sono arrivati, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo, avvenuto forse qualche ora prima per cause naturali. Si tratta di Lamberto Badia, da anni residente a Pescara, figlio dello scomparso partigiano aquilano Mario (padre di cinque figli) tra i protagonisti della storia cittadina anche per il suo impegno in politica.
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