Ex scuola Febbo, è scontro «Gestione senza regole»
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L’affidamento della struttura recuperata a San Nicolò accende il consiglio L’opposizione: «Ignorata la partecipazione». D’Alberto: «Nessuna violazione»
TERAMO . La ex scuola Carlo Febbo, oggi centro multiculturale Ca.Fé., di San Nicolò a Tordino ha acceso il consiglio comunale di ieri pomeriggio dedicato alle interrogazioni. E sono state proprio due interrogazioni giunte dai banchi della minoranza, una di Giovanni Luzii (Cittadini in comune) e una di Pina Ciammariconi (Cinque stelle), a pungolare sindaco e assessore al ramo sull’iter amministrativo seguito nel coinvolgimento delle associazioni nella gestione della struttura. Fortemente polemico è stato il consigliere Luzii, che già nelle scorse settimane aveva tuonato pubblicamente contro quello che ha definito un percorso «non trasparente» da parte del Comune che non avrebbe rispetto il regolamento comunale sulla partecipazione per quanto attiene la predisposizione e sottoscrizione del patto di collaborazione che permetterà a dieci associazioni costituitesi in Ats (associazione temporanea di scopo) di usufruire di spazi di Ca.Fé. sostenendone le spese e promuovendo attività culturali, ludiche e solidali.
Patto che, tra l'altro, è stato sottoscritto proprio nella mattinata di ieri tra Comune e Autismo Abruzzo Onlus (capofila dell’Ats). Luzii ha chiesto come si sia arrivati al patto di collaborazione, se sia stata data pubblicità e sia stato rispettato il principio europeo della trasparenza, se sia stata posta in essere una procedura trasparente, aperta e partecipata, prima di addivenire alla scelta del contraente finale. Ciammariconi ha invece chiesto al sindaco se l’impegno profuso per l’edificio di San Nicolò sarà messo anche verso altre realtà frazionali. A rispondere sono stati l’assessora alla partecipazione Sara Falini e il primo cittadino Gianguido D’Alberto. Entrambi, nel rivendicare il massimo rispetto del regolamento nelle procedure, hanno chiarito come la costituzione dell’Ats sia stata funzionale al patto di collaborazione e come quest’ultimo sia «aperto a nuove adesioni», ha detto Falini, «l’iter per Ca.Fé. è stato seguito dall’ufficio alla partecipazione ed è stato uguale a quello seguito per la casa della legalità, con capofila l’Arci, per il quale però nessuno ha fatto polemiche. Abbiamo dialogato a lungo con le realtà del territorio per capire che strada prendere per la struttura, tutto in trasparenza». Il sindaco ha parlato di Ca.Fè. come di un «modello di partecipazione straordinario e unico nel panorama regionale, ma forse dell’intero Centro Sud: dieci associazioni coinvolte, per costruire un vero e proprio laboratorio di inclusione sociale. Il lavoro che c’è stato è stato enorme: il patto di collaborazione è qualcosa di diverso da una concessione di spazi e va compresa questa differenza», ha detto D’Alberto rassicurando sul fatto che l’amministrazione è attenta verso tutte le frazioni con progetti in itinere che fanno leva sul Pnrr. Luzii si è detto insoddisfatto delle risposte, bollate come «comizio, senza riscontri concreti di delibere e atti. Non mi fermerò qui», ha avvertito.
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