Melania, indagine sul Dna di un altro uomo

20 Novembre 2011

Trovato sotto le unghie della donna, non corrisponde a quello di Parolisi

TERAMO. Non solo Dna di donna, ma anche di un uomo ancora senza identità: sono i profili genetici trovati sulle unghia di Melania Rea, la donna assassinata nel bosco di Ripe di Civitella. Si tratta di profili che non sono riconducibili a quello del marito Salvatore Parolisi, il caporal maggiore dell'esercito da luglio in carcere con l'accusa di averla uccisa.

La notizia è contenuta nella perizia medico legale di Adriano Tagliabracci ed un elemento importante per la difesa del caporal maggiore che da mesi chiede accertamenti anche su questi profili genetici. Accertamenti che la procura teramana ha già disposto, in particolare per il Dna femminile: per questo, infatti, è stato prelevato il Dna a trenta donne che Melania Rea ha incontrato nei giorni precedenti alla morte e nella mattina del 18 aprile, il giorno dell'omicidio. L'obiettivo di investigatori e inquirenti è provare che si tratti di Dna di persone che la donna potrebbe aver incontrato e non di una persona estranea.

Più difficile la questione legata al Dna maschile. Sembra, infatti, che la quantità di Dna maschile, mescolato a quella della vittima, non consenta di ricostruire il profilo genetico completo. Ma sembra sufficiente per effettuare delle comparazioni e giungere ad una compatibilità. Compatibilità che gli investigatori starebbero cercando prelevando campioni di Dna anche ad altre persone incontrate da Melania sempre nella mattinata del 18 aprile.

Intanto cresce l'attesa per il 28 novembre, giorno in cui è fissata l'udienza davanti ai giudici della Cassazione che dovranno decidere se scarcerare o meno Salvatore Parolisi dopo il ricorso presentato dai suoi legali contro l'ordinanza del tribunale del Riesame dell'Aquila.
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