ROSETO

Morì in ospedale 3 mesi dopo essere investito: super perizia disposta dal giudice

16 Gennaio 2025

L’accertamento servirà a stabilire o escludere l’eventuale esistenza di responsabilità mediche. L’automobilista è imputato per omicidio stradale, secondo l’autopsia è stata fatale un’infezione

ROSETO. È morto in ospedale tre mesi dopo essere stato investito da una macchina il cui conducente è a processo per omicidio stradale. E ora, a due anni dai fatti, sarà una super perizia disposta dalla giudice monocratica Claudia Di Valerio e affidata al medico legale Sabina Canestrari a stabilire se per la morte di Dario Marinozzi, 59enne rosetano all’epoca dipendente della cooperativa che si occupava dei servizi cimiteriali, ci possano essere anche altre responsabilità. A cominciare da quelle mediche.

L’autopsia, infatti, ha accertato che il decesso «è avvenuto per sepsi a partenza polmonare a seguito di politrauma stradale». Ovvero un’infezione. La perizia è stata disposta dalla giudice nell’udienza di ieri, al termine dell’istruttoria dibattimentale del processo a carico dell’automobilista. I familiari della vittima si sono costituiti parti civili e sono rappresentati dall’avvocato Eugenio Galassi.

Marinozzi morì il13 agosto del 2022 all’ospedale di Atri dove era stato ricoverato il 14 maggio per le conseguenze dell’incidente avvenuto sulla statale 150, a Voltarrosto. L’uomo, sempre secondo quanto ricostruito negli atti giudiziari, «camminava lungo il bordo della strada dando le spalle al veicolo e che, a sua volta, con gesto repentino invadeva in piccola parte la corsia di marcio dell’autoveicolo, impattava e investiva il pedone così contribuendo con la propria condotta a cagionarne la morte». Tra i primi a portare soccorso il conducente della stessa macchina. L’uomo era stato ricoverato all’ospedale di Atri dove gli erano stati diagnosticati vari traumi. Con il passare dei giorni le sue condizioni erano leggermente migliorate, ma successivamente era insorto un peggioramento fino alla morte avvenuta tre mesi dopo l’incidente.

Proprio in seguito alla morte dell’uomo, la Procura teramana aveva disposto l’autopsia proprio per fare chiarezza sulle cause del decesso e stabilire se la morte fosse stata una conseguenza dei traumi riportati nell’incidente o se fossero sopraggiunte altre condizioni, anche legate ad eventuali responsabilità mediche.

Profili che all’epoca, evidentemente, non vennero individuati. Ora sarà la perizia disposta dal giudice a fare definitiva chiarezza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA