Parolisi si sfoga dal carcere: "Voglio essere processato subito"

18 Novembre 2011

Il caporal maggiore rompe ancora il silenzio tramite l'avvocato Gentile: "Vuole dimostrare la sua innocenza. Quando si parla della figlia viene sopraffatto dalla sconforto"

TERAMO. «Processatemi». Salvatore Parolisi rompe ancora una volta il silenzio e manifesta, all'avvocato Nicodemo Gentile, il desiderio di voler andare dritto al processo. Il legale di fiducia di Parolisi ha lasciato il carcere di Teramo intorno alle 13 di oggi. Era entrato alle 10 circa e per tre ore si è intrattenuto con il caporalmaggiore in carcere con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato della moglie Melania Rea, avvenuto il 18 aprile scorso alle Casermette di Ripe di Civitella. Fisicamente Parolisi sta bene.

«E' molto determinato sulla sua posizione processuale ed è forte emotivamente dice Gentile. E' motivato a combattere la battaglia legale per dimostrare la sua innocenza ma quando si parla della figlia viene sopraffatto dalla sconforto. Vuole vederla, ha bisogno di vederla. Mi ha ripetuto durante il colloquio di volere il processo. Parolisi», racconta ancora Nicodemo Gentile, «non riesce a comprendere perché debba restare in carcere senza che a suo carico sia emerso alcun elemento di colpevolezza, alcuna nuova prova che lo inchiodi. Quello del marito di Melania Rea è un ragionamento atecnico che si scontra però con la procedura».

«Teramo sta facendo come Ascoli», dice ancora l'avvocato Gentile, «riportando il contenuto del lungo colloquio con il suo assistito. Sta ascoltando le stesse persone, anche più di una volta. Salvatore si domanda a questo punto perché non si stiano facendo indagini a 360 gradi. E' amareggiato dal fatto che vengono fuori nuove prove che non sono a suo carico e che quindi esiste qualcosa di alternativo che non si vuole seguire. Secondo Parolisi, il pericolo di inquinamento delle prove che è alla base della sua detenzione, non ci sarebbe perché le indagini, a suo parere, sono concluse e non danno alcuno slancio nuovo all'inchiesta».

«Non c'è stato alcun elemento nuovo a carico del nostro assistito», conclude Gentile che con Valter Biscotti difende il sottufficiale della caserma di Ascoli Piceno, «nemmeno tra i 250 reperti al vaglio del Ris di Roma. E' stucchevole per Salvatore ascoltare il solito valzer sulla relazione con Ludovica perché altro non esiste su di lui».

Quanto all'appuntamento con la Cassazione previsto per il 28 novembre, giorno in cui si saprà se Salvatore tornerà libero, Gentile aggiunge: «Siamo avvocati con i piedi per terra ed accetteremo qualsiasi esito derivi dal giudizio della Suprema Corte. Puntiamo la nostra difesa su obiezioni tecniche non elemosiniamo giustizia. Quanto allo stato economico, «Parolisi ha subito la decurtazione dello stipendio ma - spiega infine Gentile - ha una famiglia che lo sostiene e lo aiuta».(a.d.p.)

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