Tercas: 60 milioni da Di Matteo a Consorte

Teramo, un verbale della procura di Milano svela la prima mega operazione dell'ex dg

TERAMO. Consorte gli chiede molto di più. Ma lui gli risponde che può dargli "solo" sessanta milioni di euro per la scalata di Unipol a Bnl. E' la prima mega operazione in Tercas di Antonio Di Matteo, l'ex direttore generale della banca di corso San Giorgio a Teramo. Definirla un'operazione azzardata non è improprio perché, cinque anni dopo, Giovanni Consorte, ex Ad di Unipol, viene condannato a tre anni e 10 mesi insieme all'ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. Spunta un verbale della procura di Milano a tre giorni dal terremoto Tercas, innescato da un'inchiesta sull'ex direttore generale indagato per il crac da 800 milioni dell'imprenditore, Raffaele Di Mario.

E' su questa inchiesta romana che si basa il decreto di commissariamento di Tercas, voluto da Bankitalia e Mario Monti, che ha mandato a casa l'ex presidente Lino Nisii. Ma il verbale che pubblichiamo, che si riferisce a un altro caso giudiziario clamoroso, svela quale fu il primo passo di Di Matteo nella banca che l'aveva appena assunto. L'ex dg lascia Unipol ed entra in Tercas a giugno del 2005. Lo stesso mese riceve una telefonata dal numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, al quale era legato a doppio filo. E' lo stesso Di Matteo che lo rivela, il 6 luglio del 2007, al maresciallo Filippo Lunesu della polizia tributaria di Milano.

Finanziere: «Ci traccia un suo profilo professionale?».
Di Matteo: «Dal 1999 ho assunto la carica di direttore generale dell'allora Banec spa, poi trasformatasi in Unipol Banca spa. Sono rimasto nella sfera Unipol fino al 31 maggio 2005. Dopo questa data sono stato assunto dalla Tercas, dove attualmente rivesto la carica di Direttore Generale».
Finanziere: «Cosa può dirci della vicenda sulla scalata Unipol dell'estate 2005?».
Di Matteo: «Consorte ricordo che verso la fine del 2004 mi parlò di una sua intenzione di voler acquisire una grossa banca italiana. Successivamente percepii che l'obiettivo era quello di acquisire il controllo di Bnl nell'ottica di difendere l'investimento effettuato anni prima in Bnl Vita. Ricordo che non attraversavo un periodo molto facile e, agli inizi del 2005, manifestai a Consorte la volontà di lasciare Unipol Banca, unicamente per motivi familiari. Consorte dopo di ciò, ricordo che non mi rivolse la parola per circa un mese. Dopo avemmo dei normali rapporti di dipendenza, ma non mi coinvolse in progetti strategici. Come ho già avuto modo di dire, io il 31 maggio abbandonai la Unipol Banca per la Tercas. Non ci furono mai degli incontri né dei colloqui con Consorte, ad eccezione di una volta, credo che fosse in giugno/luglio 2005, quando lui mi chiamò chiedendomi se potevo finanziare Gnutti ed in particolare la Opa (offerta pubblica di acquisto, ndr). Io gli risposi che la nostra banca avrebbe potuto effettuare un finanziamento (garantito da azioni Bnl con uno scarto del 20%) fino ad una soglia non superiore ad un quinto del nostro capitale che all'epoca si aggirava intorno a 300 milioni di euro. Ricordo che Consorte mi aveva accennato ad una cifra superiore ed io dissi a lui che l'importo massimo che la Tercas avrebbe potuto finanziare era di 60 milioni di euro, quello che alla fine è stato deliberato. Mi si chiede se Consorte mi abbia chiesto nominativi del centro Italia a cui rivolgersi per un'analoga richiesta e rispondo che non lo ricordo. Forse avrò fatto il nome del dottor Bianconi (amministratore delegato di Banca delle Marche), ma personalmente non ho fatto allo stesso alcuna richiesta. Non so se questa proposta sia stata avanzata da Consorte».
Finanziere: «Perché Consorte si è rivolto a lei per chiederle di finanziare l'Opa?».
Di Matteo: «Forse perché i nostri rapporti, nonostante il mio allontanamento da Unipol Banca, sono rimasti cordiali ed anche perché mi riconosceva una appropriata capacità professionale». Finanziere: «Quando è stata l'ultima volta che ha incontrato l'ingegner Consorte?».
Di Matteo: «L'ho visto circa un mese fa in Intermedia a Bologna. Ricordo che Consorte mi telefonò chiedendomi un incontro a Bologna per illustrarmi un progetto che lui aveva in relazione all'attività di Intermedia. Voglio precisare che Intermedia spa intrattiene un conto corrente senza fidi presso la nostra filiale di Bologna».
Finanziere: «Vista la sua uscita da Unipol, come mai Consorte la interpella ancora?».
Di Matteo: «Perché tra le attività di Intermedia c'è quella di attività di intermediazione. Ad oggi non ho mai finanziato proposte di affidamento avanzate tramite Intermedia. Comunque mi risulta che non sono l'unico al quale Consorte si rivolge».

© RIPRODUZIONE RISERVATA