Tercas, indagato l'ex dg Di Matteo
Il manager: sì, è vero ma l'inchiesta sul crac Di Mario si chiarirà
TERAMO. «Sì è vero. Sono indagato nell'inchiesta sul crac Di Mario». Con una frase di dieci parole, Antonio Di Matteo, l'ex direttore generale della Tercas, chiarisce il retroscena più importante che ha innescato il commissariamento del polo bancario più grande d'Abruzzo, l'uscita di scena dello storico presidente, Lino Nisii, e dell'intero cda. In altre parole: il terremoto Tercas.
Ma Di Matteo non ha problemi a rispondere per telefono da Milano dove piove a dirotto, e aggiunge: «E' vero che il 30 giugno del 2011 ho subìto una perquisizione e sono stato interrogato dalla Finanza nella caserma di Giulianova sul prestito di 23 milioni al costruttore Di Mario. Sono difeso da un avvocato che è un ex magistrato romano, ma la procura di Roma da quel giorno non ci ha più convocati. E dell'inchiesta non so più nulla da mesi. Ma sono sicuro che presto si chiarirà tutto perché la Tercas è parte offesa».
Ha già rivelato troppo l'ex dg. Decide di non andare oltre. Ma è lui l'indagato che ha dato a Bankitalia il "grimandello" per commissariare la Tercas e mandare in pensione in anticipo Lino Nisii, per trent'anni al vertice del cda dell'istituto di corso San Giorgio.
Con una motivazione di poche parole la Banca d'Italia ha deciso di inviare il commissario Riccardo Sora: «Anche a seguito del coinvolgimento della stessa in un procedimento penale della Procura di Roma relativo al fallimento di un gruppo immobiliare», si legge in una nota giunta da via Nazionale. Il commissariamento è stato disposto dal ministero dell'Economia, cioè da Mario Monti, il 30 aprile e notificato a Nisii e cda due giorni fa, su proposta di Bankitalia che ha condotto una lunga ispezione iniziata nel settembre scorso, dopo le dimissioni di Di Matteo.
Nisii e l'ex dg, in cinque anni, erano riusciuti a moltiplicare gli sportelli Tercas e ad aggredire il cuore dell'economia abruzzese con l'acquisto di Caripe. Ma l'incidente di percorso ha sfasciato i progetti.
Qualcuno parla di una buccia di banana anche se l'inchiesta romana è su un crac di 800 milioni che vede al centro Raffaele Di Mario, immobiliarista molisano vicino al Pdl arrestato un anno fa per bancarotta. E' lui il costruttore del centro commerciale della Bufalotta. E' sempre lui l'imprenditore che acquista la storica sede della Dc in via Sturzo all'Eur. Di Mario però chiede prestiti d'oro a una ventina di banche. E nella lista nera c'è Tercas, per 23 milioni di euro. Le strade della Cassa di Risparmio di Teramo e del costruttore si incrociano quando l'ex direttore della banca dà il via libera al mega finanziamento. E la buccia di banana innesca un terremoto.
Ma Di Matteo non ha problemi a rispondere per telefono da Milano dove piove a dirotto, e aggiunge: «E' vero che il 30 giugno del 2011 ho subìto una perquisizione e sono stato interrogato dalla Finanza nella caserma di Giulianova sul prestito di 23 milioni al costruttore Di Mario. Sono difeso da un avvocato che è un ex magistrato romano, ma la procura di Roma da quel giorno non ci ha più convocati. E dell'inchiesta non so più nulla da mesi. Ma sono sicuro che presto si chiarirà tutto perché la Tercas è parte offesa».
Ha già rivelato troppo l'ex dg. Decide di non andare oltre. Ma è lui l'indagato che ha dato a Bankitalia il "grimandello" per commissariare la Tercas e mandare in pensione in anticipo Lino Nisii, per trent'anni al vertice del cda dell'istituto di corso San Giorgio.
Con una motivazione di poche parole la Banca d'Italia ha deciso di inviare il commissario Riccardo Sora: «Anche a seguito del coinvolgimento della stessa in un procedimento penale della Procura di Roma relativo al fallimento di un gruppo immobiliare», si legge in una nota giunta da via Nazionale. Il commissariamento è stato disposto dal ministero dell'Economia, cioè da Mario Monti, il 30 aprile e notificato a Nisii e cda due giorni fa, su proposta di Bankitalia che ha condotto una lunga ispezione iniziata nel settembre scorso, dopo le dimissioni di Di Matteo.
Nisii e l'ex dg, in cinque anni, erano riusciuti a moltiplicare gli sportelli Tercas e ad aggredire il cuore dell'economia abruzzese con l'acquisto di Caripe. Ma l'incidente di percorso ha sfasciato i progetti.
Qualcuno parla di una buccia di banana anche se l'inchiesta romana è su un crac di 800 milioni che vede al centro Raffaele Di Mario, immobiliarista molisano vicino al Pdl arrestato un anno fa per bancarotta. E' lui il costruttore del centro commerciale della Bufalotta. E' sempre lui l'imprenditore che acquista la storica sede della Dc in via Sturzo all'Eur. Di Mario però chiede prestiti d'oro a una ventina di banche. E nella lista nera c'è Tercas, per 23 milioni di euro. Le strade della Cassa di Risparmio di Teramo e del costruttore si incrociano quando l'ex direttore della banca dà il via libera al mega finanziamento. E la buccia di banana innesca un terremoto.
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