Il governo: no trivelle entro le 12 miglia in Adriatico. Ombrina mare si allontana

Emendamento alla Legge di Stabilità. D’Alfonso: frutto dell’intesa esecutivo- Regioni. M5s e Sel: vincono le mobilitazioni

PESCARA. Il governo fa marcia indietro sulla petrolizzazione. Un emendamento dell’esecutivo presentato alla Legge di Stabilità in discussione alla Camera ripristina il limite delle 12 miglia “lungo l’intero perimetro costiero nazionale” a tutte le nuove attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Quelle in corso sono fatte salve «per la durata di vita utile del giacimento». Un secondo emendamento elimina il «carattere strategico, di indifferibilità e di urgenza» delle attività petrolifere sia a terra che in mare, riconoscendo a queste il solo carattere di «pubblica utilità», dunque meno vincolanti per i territori. Viene inoltre eliminato il piano delle aree quale strumento di programmazione per le nuove attività mantenendo quindi inalterate le prerogative regionali.

Per l’Abruzzo l’emendamento, se venisse approvato in tempo utile (dovrebbe esserlo, perché è il governo a proporre gli emendamenti e le opposizioni, Sel e M5s in primis, hanno già detto che lo voteranno), vorrebbe dire soprattutto il blocco di Ombrina mare, la contestata piattaforma della Rockhopper al largo della costa dei Trabocchi per il cui via libera è attesa solo la firma del ministero delle Attività produttive.

Il governatore Luciano D’Alfonso considera l’esito di questa vicenda una sua personale vittoria. Nei giorni corsi aveva scritto una lettera al premier Matteo Renzi in cui chiedeva che venissero recepiti nella Legge di Stabilità i principi no-triv della Carta di Termoli, sottoscritta il 24 luglio assieme ai presidenti delle Regioni Marche, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria «anch’esse minacciate da escavazione petrolifera», e poi approvata all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni il 20 ottobre. Alla lettera era seguito anche un incontro a Palazzo Chigi con il sottosegretario Claudio De Vincenti. «Il 9 dicembre scorso, partecipando a un incontro con Assomineraria a Pescara», dice D’Alfonso, «dissi: “dicembre non sarà un mese neutro per l'Abruzzo sul fronte delle trivellazioni petrolifere”. Oggi si capisce più chiaramente a cosa mi riferivo». L’«Ufo» dunque, come lo chiamò D’Alfonso in campagna elettorale, non atterrerà in Abruzzo e «il profilo delle piattaforme petrolifere non rovinerà lo skyline delle nostre coste», come ha scritto nella lettera a Renzi. E forse la nuova posizione del governo disinnescherà il referendum (o alcuni dei sei quesiti del referendum) voluto dai consigli regionali di dieci Regioni, tra cui l’Abruzzo, ma promosso dai comitati no-triv dopo la manifestazione di maggio dei 60mila a Lanciano contro Ombrina (e ieri a Lanciano si è festeggiato sul corso). Un referendum che D’Alfonso ha accettato con riserva, preferendo una soluzione politica concordata con il governo, come quella presa ieri.

Secondo il costituzionalista Enzo Di Salvatore che ha scritto i quesiti dei referendum «gli emendamenti soddisfano tutti i quesiti referendari, tranne uno relativo alle proroghe in mare e tranne il fatto che il Governo elimini il piano delle aree». In ogni caso Di Salvatore ritiene l’emendamento «un primo significativo successo. Vengono cancellati: la dichiarazione di strategicità delle attività petrolifere; il vincolo preordinato all'esproprio; contenuta la durata delle attività stesse; ripristinata la partecipazione degli enti territoriali; blocco delle attività petrolifere entro le 12 miglia marine».

Di Salvatore è però cauto sulla questione Ombrina: «Bisognerà vedere se arriverà prima la concessione o se entrerà prima in vigore la legge di stabilità che quella modifica contiene».

La novità del governo mitiga anche gli imbarazzi del Pd abruzzese sulla contraddizione evidente tra la posizione no-triv in Abruzzo e quella pro-petrolieri a Palazzo Chigi. Se ne fa interprete Camillo D’Alessandro: «In occasione della manifestazione contro Ombrina a Lanciano, l’onorevole Gianluca Vacca (M5s) mi intimò di andare via e addirittura di strappare la tessera del Pd. Grazie al Pd oggi scriviamo un'altra pagina di verità che vale molto di più delle bugie e degli insulti». Per la senatrice Pd Stefania Pezzopane: «La responsabilità e la politica seria vince su strumentalizzazioni e propaganda». Analoga soddisfazione viene espressa da tutti i deputati del Pd.

Il 5 stelle Vacca dal canto suo attribuisce «alle lotte di territorio e della popolazione» il merito della marcia indietro del governo. Sulla stessa linea il deputato di Sel Gianni Melilla: «Siamo forse alla vigilia di un grande risultato che premia l'impegno di decine di migliaia di abruzzesi».

Fabrizio Di Stefano (Forza Italia) nota che si tratta di «un emendamento identico a quello che ho presentato giorni fa ma che è stato bocciato. Questa è la dimostrazione di come alle volte la mobilitazione dei cittadini può essere più forte degli interessi delle multinazionali».

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