PESCARA
Anna Carlini stuprata e uccisa nel tunnel, non passa l'accusa di omicidio
Flash mob davanti al Tribunale sulla morte della giovane alla stazione: il gup rinvia a giudizio i due imputati romeni per violenza sessuale
PESCARA. Non passa l'accusa di omicidio volontario sul caso della morte di Anna Carlini alla stazione ferroviaria di Pescara, due cittadini romeni andranno a processo con l'accusa di violenza sessuale. Stamane, davanti al Tribunale un flash mob di protesta organizzato da familiari e conoscenti insieme a una decina di sindacalisti per sollecitare un altro corso del procedimento giudiziario. «Nel capo di imputazione vengono contestati i reati di violenza sessuale e omissione di soccorso, ma questa cosa è inaccettabile, perché Anna è stata uccisa e noi vogliamo la verità». Così Isabella Martello, a margine della manifestazione inscenata in occasione in occasione della prima udienza preliminare sulla morte della sorella Anna Carlini. Un flash mob per esprimere solidarietà ai parenti della 33enne pescarese, alle prese con problemi psichici, ritrovata priva di vita, lungo uno dei tunnel della stazione ferroviaria di Pescara, la mattina del 30 agosto 2017.
Ma, nel corso del pomeriggio, la decisione del giudice non ha accolto le istanze sollevate da amici e parenti. Nelu Ciuraru e Robert Cioragariu, i due cittadini di origine romena imputati nel procedimento sulla morte di Anna Carlini sono stati rinviati a giudizio per violenza sessuale. Lo ha deciso il giudice del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, che ha fissato per il 30 gennaio prossimo la data della prima udienza davanti al tribunale collegiale. Ciuraru è accusato di violenza sessuale e omissione di soccorso aggravata, mentre Cioragariu deve rispondere soltanto del secondo reato. Uno dei legali di parte civile, Carlo Corradi, aveva chiesto di riqualificare il capo d'imputazione in omicidio volontario e abbandono di persona incapace, ma la richiesta è stata respinta. In aula, in mattinata, erano presenti all'udienza preliminare la madre e le sorelle della vittima, che si sono costituite parte civile, come il padre e i figli della Carlini. In aula anche Ciuraru, mentre non si è presentato Cioragariu.
In mattinata, i manifestanti hanno esposto cartelli con le scritte «giustizia per Anna» e «stupro=omicidio». Isabella Martello ha osservato che «chi deve pagare è giusto che paghi senza sconti di pena. Andremo avanti fino a quando non cambierà il capo di imputazione» ha proseguito la donna, «Anna merita giustizia come tutte le vittime di questi reati e anche chi ha visto e non ha fatto nulla deve pagare». Sulla stessa linea l'altra sorella Jessica, che ha rimarcato che «questo è un omicidio, e che chi ha sbagliato non può essere libero». La donna ha poi aggiunto: «Sono due anni che non ho più pace, Anna è sempre nella mia mente e nel mio cuore. Non meritava questo, era una persona buona. Mi mancano le sue risate».