Rigopiano e l’incubo della prescrizione, la richiesta dei parenti: «Sarebbe vergognoso. Subito l’Appello bis»

Presa di posizione del comitato dei Familiari in vista delle nuove udienze a Perugia: «Tempi ristretti per l’omicidio colposo, bisogna fare presto»
PESCARA. «Auspichiamo che vengano fissate al più presto le udienze dell’appello bis a Perugia, per portare a termine il percorso giudiziario senza lasciare nessuna imputazione nel limbo della prescrizione, dove nessuno è colpevole, ma neanche innocente. Sarebbe vergognoso». È questo l’appello del comitato Familiari vittime di Rigopiano, a quattro mesi dalla sentenza di Cassazione che se da una parte ha riaperto il capitolo del disastro colposo, dall’altro ha rinviato a un appello bis gli imputati per omicidio colposo, con lo spettro della prescrizione che, per quest’ultimo reato, incombe più che mai.
È per questo che adesso i familiari premono per fissare l’Appello bis a Perugia il prima possibile. «Dopo più di 8 anni di attesa e di ansia per ogni passaggio giudiziario, nonostante le delusioni incassate con le sentenze di primo e secondo grado, abbiamo affrontato la Cassazione con fiducia e speranza, ripagate da una sentenza a nostro avviso più vicina alle problematiche che hanno provocato la tragedia di Rigopiano. Le motivazioni, poi, sono state per noi un faro nel buio».
Ma, sottolineano, «adesso ci troviamo in una fase tanto delicata quanto preoccupante, perché sappiamo benissimo che il reato di omicidio colposo prevede tempi per la prescrizione dimezzati rispetto al disastro colposo. Di conseguenza, dopo aver tanto lottato e sofferto, si rischia di rendere vano il giudizio dell'appello bis a Perugia per intervenuta prescrizione. Questo sarebbe insopportabile per noi familiari, risulterebbe come una beffa e la vivremmo come un gravissimo inceppamento della macchina Giustizia, ai cui ingranaggi – come cittadini - ci siamo aggrappati, alla luce dei valori costituzionali».
E concludono: «Nessuno di noi ha mai cercato vendetta, ma soltanto verità e giustizia. I nostri Angeli meritano una giustizia piena, noi abbiamo bisogno di poter chiudere gli occhi sapendo di aver fatto tutto per onorarli, l’Italia intera ha il diritto della certezza di vivere in un Paese civile e giusto e il nostro sistema giudiziario non può arrendersi senza aver giustamente punito tutti coloro che per imprudenza, imperizia e negligenza, hanno provocato la morte di 29 anime innocenti».
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