I 5 Stelle ai pm: «Indagate su dieci anni di ritardi Scoprite chi ha inquinato»
La denuncia consegnata il 28 luglio a procura, carabinieri-forestali e Corte dei conti. Il punto chiave: è contaminato anche sotto le case
PESCARA. Punto per punto, tutti i passaggi chiave dell’esposto del Movimento 5 Stelle che riapre il caso della discarica della ex Montecatini di Piano d’Orta. A firmarlo sono stati i consiglieri regionali Sara Marcozzi e Domenco Pettinari, il deputato Gianluca Vacca e l’avvocato di Chieti, Isidoro Malandra. Il 28 luglio scorso l’esposto viene inviato ai magistrati e ai carabinieri-forestali. Ventiquattr’ore prima si era svolta l’ennesima Conferenza dei servizi. Senza alcun risultato.
I RITARDI. «A distanza di dieci anni, e dopo numerose riunioni tecniche e Conferenze dei Servizi tenutesi fra l’Abruzzo e Roma, non si è stati in grado di mettere in sicurezza l’area». Così comincia l’esposto. «Eloquente è l’estratto del verbale di una Conferenza dei servizi nella quale il Ministero chiede al “soggetto attuatore”, il Comune di Bolognano, di avviare una copertura, anche provvisoria, del corpo dei rifiuti. Ma in dieci anni pare non sono stati in grado di apporre sull’area neanche un telo per evitare il dilavamento dei rifiuti da acque piovane», denunciano i 5 Stelle.
DIFFIDE LUMACA. «Come accaduto per Bussi, anche per Piano d’Orta», si legge nell’esposto, «gli enti preposti al controllo arrivano tardi. Solo il 22 Maggio 2015, a distanza di otto anni dalla scoperta, la Provincia di Pescara diffida il soggetto responsabile dell’inquinamento, la Edison spa», scrivono gli esponenti pentastellati, «ritardi che pesano come un macigno rispetto all’eventuale contenzioso che certamente sarà in divenire, gravando sulle casse delle pubbliche amministrazioni che hanno, a tutt’oggi, dovuto anticipare ingenti somme per caratterizzare il terreno».
IL PROPRIETARIO. «Anche in questo caso la Conferenza dei servizi», afferma il M5S, «impiega anni per mettere in atto la diffida alla messa in sicurezza d’emergenza nei confronti del proprietario delle aree. Messa in sicurezza a tutt’oggi inattuata».
OLTRE IL SITO. Nel resoconto della Conferenza dei servizi di febbraio 2015, il Comune di Bolognano deposita, a integrazione del piano di caratterizzazione, un «rapporto dei risultati di analisi di rischio relative alle aree esterne e limitrofe del Sin (Sito di interesse nazionale). Ma di tale rapporto», viene denunciato nell’esposto, «non conosciamo il contenuto. Le aree extra Sin potrebbero essere immacolate o contaminate. Ma a distanza di dieci anni non è dato saperlo».
CHE COSA CHIEDONO. Il M5S vuole che le responsabilità dei ritardi e dell’inquinamento siano accertate: «A dieci anni dalla scoperta a Bussi della più grande discarica abusiva di rifiuti tossici d’Europa è inaccettabile constatare che l’inquinamento sia ancora tutto li. Ma a subìre incuria e abbandono c’è anche l’area di Piano D’Orta». E ancora: «L’inerzia che dal 2007 ha caratterizzato la pubblica amministrazione deve avere dei responsabili, tra Ministero, Regione, Provincia e sindaci. Noi», scrivono i 5 Stelle, «chiediamo di accertare queste responsabilità».
MA CHI PAGA? E’ la domanda finale. «Il M5S chiede, in considerazione dell’avvenuta individuazione del soggetto responsabile dell’inquinamento, che a pagare le spese e a rimborsare quelle già sostenute sia il privato e non il pubblico». Dal giorno della consegna dell’esposto ad oggi si registra però una novità. Al privato che sta eseguendo la terza caratterizzazione in dieci anni è stata posta la scadenza del 15 ottobre per terminate le operazioni su 26mila metri quadrati del sito ex Montecatini.
TRASPARENZA. Ma il Movimento 5 Stelle va oltre la scadenza del 15 ottobre perché chiede alla Regione e al Comune di Bolognano di «rendere pubblica la relazione integrativa sulle aree extra Sin». L’area inserita dal Ministero dell’Ambiente nel perimetro del Sito di interesse nazionale è solo una parte di quella, molto più ampia, contaminata da sostanze chimiche: «E le aree non perimetrate», si legge nell’esposto, «risultano oggi occupate anche da molti insediamenti residenziale». (l.c.)
I RITARDI. «A distanza di dieci anni, e dopo numerose riunioni tecniche e Conferenze dei Servizi tenutesi fra l’Abruzzo e Roma, non si è stati in grado di mettere in sicurezza l’area». Così comincia l’esposto. «Eloquente è l’estratto del verbale di una Conferenza dei servizi nella quale il Ministero chiede al “soggetto attuatore”, il Comune di Bolognano, di avviare una copertura, anche provvisoria, del corpo dei rifiuti. Ma in dieci anni pare non sono stati in grado di apporre sull’area neanche un telo per evitare il dilavamento dei rifiuti da acque piovane», denunciano i 5 Stelle.
DIFFIDE LUMACA. «Come accaduto per Bussi, anche per Piano d’Orta», si legge nell’esposto, «gli enti preposti al controllo arrivano tardi. Solo il 22 Maggio 2015, a distanza di otto anni dalla scoperta, la Provincia di Pescara diffida il soggetto responsabile dell’inquinamento, la Edison spa», scrivono gli esponenti pentastellati, «ritardi che pesano come un macigno rispetto all’eventuale contenzioso che certamente sarà in divenire, gravando sulle casse delle pubbliche amministrazioni che hanno, a tutt’oggi, dovuto anticipare ingenti somme per caratterizzare il terreno».
IL PROPRIETARIO. «Anche in questo caso la Conferenza dei servizi», afferma il M5S, «impiega anni per mettere in atto la diffida alla messa in sicurezza d’emergenza nei confronti del proprietario delle aree. Messa in sicurezza a tutt’oggi inattuata».
OLTRE IL SITO. Nel resoconto della Conferenza dei servizi di febbraio 2015, il Comune di Bolognano deposita, a integrazione del piano di caratterizzazione, un «rapporto dei risultati di analisi di rischio relative alle aree esterne e limitrofe del Sin (Sito di interesse nazionale). Ma di tale rapporto», viene denunciato nell’esposto, «non conosciamo il contenuto. Le aree extra Sin potrebbero essere immacolate o contaminate. Ma a distanza di dieci anni non è dato saperlo».
CHE COSA CHIEDONO. Il M5S vuole che le responsabilità dei ritardi e dell’inquinamento siano accertate: «A dieci anni dalla scoperta a Bussi della più grande discarica abusiva di rifiuti tossici d’Europa è inaccettabile constatare che l’inquinamento sia ancora tutto li. Ma a subìre incuria e abbandono c’è anche l’area di Piano D’Orta». E ancora: «L’inerzia che dal 2007 ha caratterizzato la pubblica amministrazione deve avere dei responsabili, tra Ministero, Regione, Provincia e sindaci. Noi», scrivono i 5 Stelle, «chiediamo di accertare queste responsabilità».
MA CHI PAGA? E’ la domanda finale. «Il M5S chiede, in considerazione dell’avvenuta individuazione del soggetto responsabile dell’inquinamento, che a pagare le spese e a rimborsare quelle già sostenute sia il privato e non il pubblico». Dal giorno della consegna dell’esposto ad oggi si registra però una novità. Al privato che sta eseguendo la terza caratterizzazione in dieci anni è stata posta la scadenza del 15 ottobre per terminate le operazioni su 26mila metri quadrati del sito ex Montecatini.
TRASPARENZA. Ma il Movimento 5 Stelle va oltre la scadenza del 15 ottobre perché chiede alla Regione e al Comune di Bolognano di «rendere pubblica la relazione integrativa sulle aree extra Sin». L’area inserita dal Ministero dell’Ambiente nel perimetro del Sito di interesse nazionale è solo una parte di quella, molto più ampia, contaminata da sostanze chimiche: «E le aree non perimetrate», si legge nell’esposto, «risultano oggi occupate anche da molti insediamenti residenziale». (l.c.)