Bioparco in cambio di 140 appartamenti

8 Agosto 2010

La maggioranza approva il piano di un privato a Rivacciolo, la minoranza accusa

TERAMO. Un bioparco in cambio di 140 appartamenti. E' la proposta, contenuta nei piani integrati di sviluppo urbano (Pisu), che venerdì in consiglio comunale ha riacceso lo scontro tra maggioranza e opposizione. Il progetto, presentato da Falone costruzioni, fa parte di un lotto d'interventi approvati solo dalla maggioranza. Si tratta di opere, finanziabili in parte con nove milioni e mezzo di fondi europei, che interessano Colleatterrato, Colleparco e l'avvio del recupero dell'ex manicomio.

IL BIOPARCO. La proposta messa in campo da Falone riguarda contrada Rivacciolo, che si estende tra Villa Mosca e Colleparco lungo la strada che sbuca all'incrocio con via De Gasperi. In quella zona la ditta allestirà il bioparco, una sorta di grande giardino botanico pubblico, e come contropartita otterrà dal Comune il via libera alla costruzione di 140 appartamenti per complessivi 45mila metri cubi.

LA POLEMICA. Per l'opposizione si tratta di un intervento sproporzionato a favore del privato. «Il bioparco costerà 2,2 milioni di euro», sottolinea Maurizio Verna (Pd), «di cui la metà dovrà sborsarla il Comune». Gli appartamenti, inoltre, verrebbero realizzati spostando in contrada Rivacciolo volumetrie previste nel nuovo piano regolatore a Magnanella, Villa Tofo e Castagneto. «Dalla periferia verranno portate a due passi dal centro», afferma Verna, «tecnicamente è possibile, ma la questione è politica. A cosa serve il piano regolatore approvato appena un anno fa se si spostano le volumetrie?». Il rischio, a detta dell'opposizione, è che l'intervento nasconda l'ennesima speculazione edilizia.

LO SCONTRO. Il centrosinistra ha chiesto lo stralcio dell'intervento dai Pisu, ritenuti per il resto positivi, ma l'amministrazione ha respinto la proposta e il provvedimento è stato approvato solo dalla maggioranza. Molto teso è stato anche il confronto sulla correzione degli errori di trascrizione contenuti nel piano regolatore. Secondo l'opposizione nella delibera era stata inserita anche la modifica delle norme tecniche di attuazione del Prg non discussa nella commissione urbanistica. Per questo il Pd ha abbandonato l'aula, mentre Udt e "Città di virtù" non hanno partecipato al voto pur restando tra i banchi dell'aula consiliare.

GLI ULTRA'. Dopo gli insulti lanciati dai tifosi del Teramo che nel pomeriggio si erano presentati in aula per contestare il varo del regolamento per il referendum, il sindaco Maurizio Brucchi fa una valutazione amara. «Ha perso la democrazia», osserva, «quella di cui tutti si sono riempiti la bocca in occasione della riapertura della sala consiliare del municipio dopo la ristrutturazione». Gli ultrà contestano il fatto che è stata azzerata la procedura della consultazione popolare, che loro avevano richiesto con la raccolta di cinquemila firme, per salvare dall'abbattimento il vecchio stadio. «Finalmente, dopo undici anni, c'è un regolamento», fa notare a questo proposito Brucchi, «e ora si può organizzare un referendum».

© RIPRODUZIONE RISERVATA