CHIETI

Frode in commercio, De Cecco e gli altri imputati scelgono il rito abbreviato

L'istanza degli avvocati accolta dal giudice. La difesa: "L'azienda ha garantito le modalità di pubblicità e di rappresentazione del prodotto, nella norma"

CHIETI. Hanno chiesto di essere  processati con il rito abbreviato gli imputati nel processo De Cecco per frode in commercio dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Chieti. Fra di essi c'è anche il patron del pastificio, Filippo Antonio De Cecco, presidente del Cda della F.lli De Cecco spa. Gli avvocati hanno disegnato la strategia legale e formalizzato l'istanza di abbreviato che è stata ammessa dal giudice Morena Susi per l'udienza del 22 gennaio 2025. Il pubblico ministero è Luisa Bertini.

Il rito abbreviato, il cui scopo è quello di rendere più celeri i tempi processuali, si può concludere con una sentenza di assoluzione o di condanna e vede in quest'ultimo caso l'applicazione di uno sconto di pena.

Gli altri imputati sono il direttore degli acquisti Mario Aruffo, il direttore della qualità, Vincenzo Villani, che ha lasciato l'azienda e, per responsabilità amministrativa, la F.lli De Cecco spa.

L'accusa è quella di aver posto in commercio, in epoca successiva e prossima al 13 febbraio 2022, alcuni lotti di pasta, per la maggior parte in formato pasta lunga, alimento diverso per qualità in quanto sulle confezioni, recita l'imputazione, era riportato falsamente che la materia prima utilizzata era costituita da grano proveniente da California, Arizona e dall'Italia mentre per il 7 per cento circa, pari a 4.475 tonnellate, era stato impiegato grano proveniente dalla Francia.

I difensori sono Augusto La Morgia, Marco Femminella, Marco Spagnuolo, Antonio Marino.

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A proposito dei documenti prodotti, dice all'agenzia guiornalistica Ansa l'avvocato Femminella: «Sono rilevanti per la chiarezza della condotta tenuta dall'azienda che è trasparente e quindi erano utili da dare al giudice da pronta lettura, ma stavano già là, tanto è vero che il Pm ha chiesto un'archiviazione su questi documenti. Anche il giudice delle indagini preliminari (Gip)  evidentemente qualche distrazione l'ha avuta». E fra i documenti c'è quello dell'Autorità di controllo «che garantiva le modalità di pubblicità e di rappresentazione del prodotto, perfettamente nella norma», aggiunge Femminella, che quanto al comportamento dell'azienda rispetto all'ipotesi di frode in commercio ha evidenziato «la correttezza, la chiarezza la trasparenza con tutti quanti i consumatori, quindi con l'utenza».

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«Villani ha lasciato l'azienda per altre motivazioni non legate a questa vicenda, addirittura in epoca antecedente rispetto al maturare di questa vicenda - spiega l'avvocato Antonio Marino che lo difende - Posso aggiungere che è assolutamente tranquillo nella consapevolezza di aver operato nella massima correttezza, come d'altronde tutta l'azienda. È contestata una frode in commercio che non ha motivo di esistere perché sia l'azienda che in particolare il mio assistito ha operato nella piena correttezza professionale. L'abbreviato è una scelta processuale, riteniamo che già allo stato degli atti vi sia una chiarezza complessiva che possa condurre, come auspichiamo, all'assoluzione del mio assistito».