AVEZZANO
Escursionisti dispersi: sono sotto 9 metri di neve / VIDEO E AGGIORNAMENTI
Delimitata l'area della valanga ma le ricerche sono state sospese con il calar del buio e il vento. Impiegati droni, metal detector, georadar, cani anti-valanga, sonde sonore e domani è probabile l'impiego dei mezzi meccanici se le condizioni meteo lo consentono. La Protezione civile: "Tracce cancellate"
MASSA D'ALBE. E' filato via anche il quarto giorno delle ricerche (quinto da quando è stato dato l'allarme) dei quattro escursionisti dispersi da domenica sera a 1.800 metri sul Monte Velino. Non ce l'hanno fatta a trovarli i cento soccorritori che dall'alba di questa mattina si sono divisi in squadre da 15 e hanno battuto con le sonde metro dopo metro (anzi, 60 cm per volta) l'ampia zona dove i segnali telefonici e i cani anti-valanga hanno indicato dove cercare. Lì la neve è dura, compatta e gli stessi operatori dicono che raggiunge fino a 9 metri di accumuli. E le sonde (quelle più comuni) arrivano in genere fino a 6-8 metri.
«Il problema è quello dello strato di neve alto perché quando si è verificata l'emergenza ha nevicato molto e oltre la slavina c'è stato un forte vento che ha accumulato sopra la slavina uno strato di neve molto alto che ha cancellato le tracce e questo rende più difficile la ricerca dei dispersi nella zona», afferma il dirigente della Protezione civile regionale Silvio Liberatore.
Valeria, Tonino, Gianmarco, Gianmauro: i loro nomi sono scanditi al campo base come se fossero ormai per tutti degli amici assolutamente da ritrovare. Vivi, come tutti sperano o morti, come tutti non vogliono credere. E non è un caso che gli alpini abbiano allestito le tende prevedendo di restare qui a lungo.
Le condizioni meteo non aiutano. Oggi poteva essere la giornata buona, ce l'hanno messa tutta uomini e donne del Soccorso alpino, guardia di finanza, vigili del fuoco, protezione civile, alpini )IX Reggiamento L'Aquila), carabinieri e polizia. Con i droni, con i cani, con il georadar, il metal detector e le piccozze. Fino a quando è calata l'oscurità e il vento ha cominciato ad alzarsi di nuovo in quota. Non è servito.
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Domani è previsto un peggioramento, ma non fa niente, si va avanti. Le ricerche ricominciano all'alba nei limiti del possibile e questa volta con l'aiuto dei mezzi meccanici. Dalla società Monte Magnola Ovindoli è atteso un gatto delle nevi dotato di una lama con la quale è possibile rimuovere con più rapidità la gran quantità di neve nell’area di ricerca. "Il gatto", però, bisogna portarlo a 1.800 metri e per farlo è stato chiesto l'impiego di un grosso elicottero da trasporto Ericsson da Roma. Sempre se le condizioni meteo lo consentono.
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