L'orsa Amarena con i suoi cuccioli oggi diventati grandi

AVEZZANO

Orsa Amarena uccisa, fissata l'udienza: Parco e Regione fra le 33 parti civili

Il 23 dicembre il processo all'allevatore inchiodato dalla perizia balistica / SUL CENTRO IN EDICOLA L'ELENCO DI CHI CHIEDE I DANNI

AVEZZANO. Ci sono anche la Regione Abruzzo, il Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, il Comune di San Benedetto dei Marsi e la deputata animalista Vittoria Michela Brambilla tra i 33 rappresentanti di enti e associazioni da tutta Italia pronti a chiedere i risarcimenti dei danni ad Andrea Leombruni, 57 anni, l’allevatore marsicano che il 31 agosto 2023 sparò all'orsa Amarena, uccidendola.

leggi anche: L'orsa Amarena uccisa il 25 giugno scorso con i suoci cuccioli (sopravvissuti) Sparò all'orso Amarena, va a processo A un anno dall’uccisione citazione diretta a giudizio per l’allevatore marsicano accusato anche di crudeltà. Decisiva la perizia balistica. L'Oipa: "Noi parte civile"

La mamma orsa era nota per le sue scorribande, assieme ai due cuccioli, ed era divenuta un simbolo dell’Abruzzo. Il procuratore di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, ha chiuso l’inchiesta e chiesto il processo per l’imputato, accusato di uccisione di animali aggravata da crudeltà ed esplosioni pericolose in luogo abitato.

Il prossimo 23 dicembre alle 9,30 Leombruni, difeso dagli avvocati Berardino Terra e Stefano Guanciale, dovrà comparire davanti al gup del tribunale di Avezzano. L’allevatore rischia il processo e una condanna a 2 anni, oltre a un’ammenda. Decisiva la perizia balistica. Ma è sul piano civile che può arrivare la stangata ai danni del 57enne, visto il gran numero di possibili parti offese che potrebbero essere ammesse alla fase processuale.

"La Procura ha confermato che l'orsa al momento dello sparo era innocua - sottolinea l''Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che aveva presentato denuncia alla Procura della Repubblica e che si costituirà parte civile nel processo. - Amarena è l'ennesima vittima non solo della pericolosità sociale di individui, cui pure si concede il porto d'armi, ma anche del clima di odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici. Auspichiamo che si arrivi a una condanna esemplare nei confronti dell'inquisito. Noi saremo parte civile nel processo".

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